Il dibattito competitivo è un’opportunità di crescita personale e socializzazione, per chiunque ne prenda parte, sia come dibattente che come giudice, che come spettatore.
Può avere una finalità didattica, perché dà modo di informarsi su argomenti anche distanti dai propri gusti e dalla propria formazione e di formarsi un’opinione al riguardo, che attraverso il dibattito può anche venire ribaltata. Il dibattito aiuta ad aggiungere complessità al proprio pensiero e insegna ad ascoltare e a prendere in considerazione punti di vista diversi dal proprio.
È una pratica che consente a chi dibatte di sviluppare abilità retoriche e dialettiche. Allenarsi a parlare di fronte ad un pubblico, sapendo gestire emozioni, tono della voce, espressività, ed essendo in grado di mantenere l’attenzione degli ascoltatori è un esercizio che torna utile in molti ambiti, professionali o meno.
Il dibattito non si limita ad essere una competizione regolamentata, ma è a tutti gli effetti un modo di affrontare le discussioni e gli scambi dialettici della vita di tutti i giorni. Dibattere infatti educa al dialogo rispettoso e all’ascolto. Insegna a strutturare e organizzare le proprie idee in un’argomentazione e a ragionare su di esse, a sostenere un botta e risposta, a riconoscere le fallacie retoriche, i vizi e gli errori dell’interlocutore e i propri, il tutto non in un’ottica egemonica e di predominio, ma costruttiva e di conciliazione. La “controversia”, ovvero l’argomentare e il controargomentare, serve a formare persone coscienti, consapevoli, libere: capaci di sostenere le proprie idee, svelarne le criticità, valutare quelle degli altri apertamente, in sostanza capaci di ragionare in modo autonomo.
Per queste ragioni l’approccio al dibattito competitivo della Società di Dibattito Bolognese si colloca sulla scia di quello proposto dal Prof. Adelino Cattani con la Palestra di Botta e Risposta: porsi nella prospettiva della “disputa felice”, mirando ad un accordo nel contrasto che possa generare qualcosa di nuovo e buono, vedendo la disputa come un collaudo di idee dove vince la migliore ragione. Educando i disputanti, quindi, a «fare del proprio meglio per convincere e nel contempo per convivere» (“Promessa solenne del disputator cortese”).
Infine, da non sottovalutare è la dimensione prettamente sociale: fare dibattito competitivo è conoscere nuove persone, confrontarsi, divertirsi, stringere legami, imparare a lavorare in squadra. Vivere, nel complesso, un’esperienza unica fatta di emozioni, adrenalina, impegno, nuove scoperte e nuove amicizie.
La registrazione della finale del Torneo Interuniversitario 2022, che ha visto come vincitori a pari merito la squadra della Società di Dibattito Bolognese e quella dell’Università di Padova.