Il Festival
Nel 2023 il gruppo di teatro ha partecipato al XXVII Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani di Palazzolo Acreide (SR). Il Festival è organizzato dall’Istituto Nazionale Dramma Antico, che è anche l’organizzatore della manifestazione teatrale che ogni anno si tiene al Teatro Greco di Siracusa. Il Festival prevede la presenza di studenti di istituti superiori, università e accademie provenienti da tutto il mondo, ed è una delle più importanti rassegne teatrali dedicate ai giovani e al dramma antico. Le compagnie selezionate rappresentano nella cornice del teatro greco di Akrai a Palazzolo Acreide un’opera, un’originale o una riduzione di un dramma classico, e possono assistere alle rappresentazioni teatrali previste nel Teatro Greco di Siracusa.
Per partecipare, il gruppo teatrale si è cimentato nella stesura di un testo originale di ispirazione classica, che è stato poi valutato dalla commissione di selezione del Festival.
Il gruppo di teatro ha deciso di presentare una rivisitazione dell’Iliade omerica. Oltre alla scrittura del copione tutto il gruppo ha partecipato con entusiasmo alla regia, alla realizzazione di scenografie e costumi, e alla composizione delle musiche. La selezione al Festival e il contributo dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, hanno consentito al gruppo di vivere un’esperienza unica, trascorrendo quattro giorni in Sicilia, oltre che per mettere in scena il 2 giugno 2023 il loro spettacolo, anche per assistere alle tragedie al teatro greco di Siracusa (Medea e Prometeo Incatenato) e visitare Siracusa e i suoi dintorni.
Audita Altera Parte
Audita altera parte vuole dare voce agli esclusi e agli inascoltati del poema omerico, rendendoli protagonisti inquieti di una rilettura fresca al di fuori del tempo e dello spazio. Ad accompagnare gli spettatori tra le varie scene è Cassandra, che cerca ascolto e comprensione nel pubblico mentre racconta e presenta gli altri personaggi del dramma: Andromaca, Elena e Paride, Briseide.
Ognuno di loro sente la necessità di raccontare il dolore provato, di essere finalmente ascoltato, e il dramma cerca di restituire una tridimensionalità ad ognuno di essi. L’accento è posto sui personaggi femminili, che si ritrovano ad accogliere colpe non loro e a soffrire per la gloria degli uomini, messa in dubbio più volte nel corso dell’opera. La loro esigenza di essere accolte e comprese è in netto contrasto con l’unico personaggio maschile della tragedia, Paride, che invece è cieco di fronte alle sue colpe e si rifiuta di accoglierle e di affrontarne le conseguenze.
I protagonisti tentano di riappropriarsi della voce e dello spazio che la storia e la società gli hanno tolto da sempre, ma, rimasti non uditi troppo a lungo, hanno perso loro stessi la capacità di sentirsi l’un l’altro, e chiudono l’opera in un affastellarsi inascoltato di voci che li condanna, perché tra silenzio e urla sovrastanti non vi può essere differenza né via di salvezza.
Si conclude così la tragedia, che resta volutamente tragedia senza alcuna redenzione, lasciando che serpeggino tra il pubblico riflessioni e suggestioni su esclusione, oppressione, guerra, colpe che paiono essere ancora pregnanti nei tempi in cui viviamo.